Talete, i frantoi di Mileto e i prodotti derivati

Si fa presto a ridere dei filosofi, tutti immersi nelle proprie astrazioni e con la testa tra le nuvole. Tant'è che Talete di Mileto, vissuto tra il VII e il VI sec. a.C., cadde in un pozzo mentre era intento a ragionare sugli astri, suscitando l'ilarità di una donna che passava di lì, una "servetta tracia canzonatrice e graziosa" (Platone, Teeteto, 174a - 174c). La donna si fece beffe del filosofo che, a furia di guardare le cose che stanno in cielo, non vedeva quello che stava per terra. A quanto pare non solo la donna, ma tanti cittadini di Mileto schernivano Talete il quale, sostenevano, era relegato ad una condizione di povertà e privazioni a causa della sua attività intellettuale, priva di alcuna utilità pratica.

Ciò che la servetta e i suoi concittadini non potevano proprio aspettarsi, è che, di lì a poco, proprio queste "inutili" attività avrebbero arricchito Talete.

Vediamo come, seguendo il racconto che ne fa Aristotele (Politica, I, 11).

In premessa, bisogna considerare che l'economia di Mileto, antica città greca della penisola anatolica - la Turchia di oggi - si basava molto sulla produzione di quello che all'epoca era un vero e proprio bene di lusso: l'olio d'oliva. Quando il raccolto di olive era abbondante, i guadagni potevano essere molto alti, non solo per i proprietari degli uliveti, ma anche per chi offriva i servizi del frantoio. Se invece il raccolto era scarso, sia gli uni che gli altri dovevano stringere la cinghia.

tempio

Dunque, utilizzando le sue conoscenze di astronomia, le stesse che gli avevano permesso di prevedere l'eclisse del 585 a.C., Talete provò a indovinare, ancora nel cuore dell'inverno, l'andamento del futuro raccolto delle olive e decise che sarebbe stato particolarmente ricco. Andò quindi dai proprietari di tutti i frantoi di Mileto e della vicina città di Chio proponendo loro di vendergli il diritto, ma non l'obbligo, di prendere in affitto i loro frantoi a un prezzo concordato quando sarebbe arrivata la stagione del raccolto. In cambio, Talete avrebbe pagato subito una somma modesta. I proprietari dei frantoi, molto avversi al rischio di trovarsi senza soldi in caso di raccolto scarso, furono ben felici di incassare subito una sommetta certa ("pochi, maledetti e subito!") e di cedere a Talete il diritto di prenderli in affitto a un prezzo già stabilito, al momento del raccolto.

Le previsioni di Talete si rivelarono corrette: esso fu tanto abbondante da far impennare la domanda di frantoi. Così il pensatore, che ne aveva acquisito il monopolio, prese in affitto i frantoi al prezzo precedentemente concordato e, a sua volta, li diede in affitto "al prezzo che volle e così, raccolte molte ricchezze, dimostrò che per i filosofi è davvero facile arricchirsi, se lo vogliono, e invece non è questo quello di cui si preoccupano".

Dietro questa storiella, che sembra quasi una parabola di rivincita per gli uomini di intelletto, si nasconde una lezione importante sull'utilità della finanza. Talete, infatti, non fece un buon affare grazie alle sue conoscenze astronomiche, che sono davvero poco utili quando si tratta di prevedere un raccolto! La fortuna di Talete fu invece quella di saper gestire al meglio l'imprevedibilità di un evento futuro, attraverso tecniche che sono alla base anche di molti moderni prodotti finanziari. Parliamo, in particolare dei cosiddetti "derivati finanziari".

immagine fondo finanziario

Possiamo dunque riscrivere i quattro passaggi fondamentali della storia dei frantoi di Talete, in termini moderni, mostrando come il filosofo di Mileto mise in atto una strategia finanziaria basata su derivati, e più precisamente su opzioni call:

  1. Talete analizzò il "mercato del raccolto" e stimò un aumento della domanda per l'uso dei frantoi, Questa è la fase iniziale di ogni prodotto derivato, che si traduce nella previsione del prezzo di un bene sottostante (i frantoi).
  2. Invece di acquistare direttamente i frantoi (asset fisici), Talete stipulò con i proprietari dei frantoi locali. Pagò un premio modesto per ottenere il diritto, ma non l'obbligo, di affittare i frantoi a un prezzo prefissato in futuro (strike price), nel momento in cui la domanda sarebbe aumentata.
  3. Quando arrivò la stagione del raccolto e la domanda di frantoi esplose, Talete esercitò le sue opzioni e affittò i frantoi al prezzo concordato. Poi li subaffittò a un prezzo di mercato molto più alto, realizzando un profitto derivante dalla differenza tra prezzo di esercizio e prezzo di mercato.
  4. Talete non fece questo per arricchirsi, ma per dimostrare che il sapere filosofico e scientifico poteva essere applicato anche alla speculazione razionale. In termini moderni, si trattò di una operazione di arbitraggio basata su informazione asimmetrica e strumenti derivati.

bilancia rischi

La storia dei frantoi di Talete ci mostra come la diffidenza che, anche per effetto della grande crisi finanziaria del 2008, si è generata verso i "prodotti derivati", possa essere superata comprendendone la logica. Certamente, i derivati non si limitano alla semplice opzione esercitata dal pensatore di Mileto e, anzi, alcuni raggiungono una complessità matematica tale da essere compresi solo da pochi addetti ai lavori. Tuttavia, imparare a gestire i rischi o sapere che esistono strumenti finanziari in grado di aiutarci in questo ambito, è un vantaggio che non conviene trascurare: non conviene a noi come non conveniva ai nostri antenati.

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